Ogni giorno siamo inondati da pillole di salute tramite giornali, televisione, media in generale, quanto da passaparola più o meno autorevoli. Ogni giorno che passa della nostra esistenza,
indipendentemente dall’età anagrafica, possiamo avere nuovi sintomi, che a seconda della gravità, prima sottovalutiamo e magari poi ci allertiamo.
Con il termine salute si intende una condizione di elevato benessere psicofisico e sociale. Viene spesso indicata come il contrario dello stato di malattia.
La tradizione popolare ritiene sano chi non ha dolori, febbre o altri disagiduraturi,
tanto da impedirgli di non svolgere le proprie funzioni.
Per accertare il grado di salute di una popolazione è necessario individuare degli indicatori, mediante i quali è
possibile valutare lo stato di benessere della collettività presa in esame. Un modo utilizzato per raggiungere questo obiettivo è dato dalla somministrazione di questionari atti a determinare il numero di “giorni
di salute”. Per raggiungere tale scopo a ciascun soggetto vengono rivolte le seguenti quattro domande: 1) qual è la percezione del proprio stato di salute; 2) qual è il numero di giorni nell'ultimo mese in cui l'individuo non si è
sentito bene per motivi fisici; 3) qual è il numero di giorni nell'ultimo mese in cui l'individuo non si è sentito bene per motivi psichici; 4) qual è il numero di giorni che hanno limitato le normali attività abituali.
Per millenni la malattia è stata considerata un fenomeno magico-religioso. Nella Grecia
antica con Ippocrate si ha una medicina razionale fondata sull'osservazione. In seguito le concezioni di salute e malattia sono rimaste non scientifiche fino agli ultimi secoli.
Con la nascita della medicina scientifica
(alla fine del Settecento) nasce il modello bio-medico in concomitanza con la nascita della società industriale. Il modello bio-medico si occupa
più della malattia che non della salute e delle condizioni di vita e lavorative della popolazione. Nel XX
secolo si sviluppa uno specialismo esasperato per cui l'individuo si identifica addirittura con una sola "parte", "un organo", negando così l'individuo come persona.
Il
concetto di salute globale invece porta con sé una concezione della persona come unità psicofisica interagente con l'ambiente circostante che è il presupposto per "una promozione ed educazione alla salute" e una "medicina della persona"
nella sua totalità.
Una malattia (o patologia) è una condizione anormale
di un organismo, causata da alterazioni organiche o funzionali che compromettono la salute del soggetto.
La patologia è
la disciplina che si occupa dello studio delle malattie e delle loro basi fisiopatologiche ed eziogenetiche. La clinica è
la disciplina che congiunge lo studio della patologia con la terapia, allo scopo di risolvere lo stato di malattia e ripristinare la funzionalità normale
dell'organismo.
Quando a parlare di malattia non sono il medico, il malato e le persone intorno al malato, una definizione generica è troppo limitativa, non comprendendosi in
essa le dimensioni personali e sociali del fenomeno "malattia". Nella letteratura in lingua inglese da anni si è risolto il problema di questa ambiguità utilizzando il termine disease per
la concettualizzazione della malattia da parte del medico, il termine illness per indicare l'esperienza diretta del malato, la dimensione esistenziale/soggettiva, ed il termine sickness per determinare il riconoscimento della persona malata come tale da parte del contesto sociale non medico. Un sistema di intervento "ex-post", a posteriori rispetto ad un'alterazione, e quindi un sistema che si attiva dopo l'insorgenza di una malattia, oppure debba agire anche e soprattutto sull'individuo sano per mantenere la condizione di salute(medicina preventiva),
o spingersi verso l'obiettivo del potenziamento organismico personale (esempio, la medicina dello sport per il potenziamento fisico, muscolare e aerobico) e il raggiungimento
delle massime potenzialità della persona, adottando un sistema di potenziamento fisico e sistemico. Questo approccio si attua intervenendo con metodi soprattutto educativi, alimentari, con l'assunzione
di integratori, nutraceutici e cibi che potenziano il sistema immunitario, la pratica di movimento e sport, azione sullo stile di vita, sino a tecniche quali meditazione e qualsiasi altra attività in grado di potenziare il sistema corpo-mente, ad ogni
fase di età, senza attendere alcuna insorgenza della malattia.
Una condizione di "allopatia sistemica" intende rendere l'intero sistema
corpo-mente più potente e meno attaccabile dalla malattia.
Al contrario, interventi di "allopatia localizzata" agiscono a posteriori su specifici
distretti corporei (esempio ipertermia,… ), e possono incidere su specifiche patologie anche gravi, per potenziare l'effetto delle cure tradizionali.
In prevenzione primaria (assenza
di malattia), secondaria (malattia con complicanze minori), terziaria (complicanze severe), è d’obbligo adottare tutte le risorse idonee a preservare la vita. Questo non significa necessariamente benessere.
Quando c’è malattia, c’è dolore, stanchezza, disturbi del sonno, stress, ansia, paura, sconforto, minori sicurezze sul presente e sul futuro, performance ridotte per disabilità anche parziale, sintomi
psico fisici persistenti.
Il nostro obiettivo non è quello di sostituirci o sminuire la medicina specialistica di riferimento, ma mettere in atto un sostegno articolato e qualificato
per fronteggiare necessità intercorrenti in fasi critiche della vita.
I nostri questionari aprono scenari di consapevolezza a prescindere dal tipo di malattia.
A differenza di tante visite specialistiche ipersettoriali, la visione olistica va verso la ricerca di una qualità esistenziale.
La prima
visita è propedeutica al percorso di un progetto/sostegno.