la Medicina oltre
Entro marzo 2021 un italiano su dieci dovrà essere vaccinato. La tabella di marcia del governo si aggiorna e punta a numeri rassicuranti a partire dalla primavera. Con l'arrivo del vaccino Moderna la prossima settimana, appena approvato dall'Agenzia europea del farmaco, la Difesa si prepara ad entrare in campo per la distribuzione delle fiale del colosso statunitense, che saranno stoccate nell'hub nazionale a Pratica di Mare. E al vertice con le Regioni il ministro della Salute, Roberto Speranza, suona la carica: "abbiamo tutte le capacità per accelerare, con 70 mila vaccinazioni al giorno a livello nazionale". Secondo le cifre del report, in continuo aggiornamento, delle 695.175 dosi ottenute dall'Italia ne sono state utilizzate 272.307, il 39% di quelle disponibili.
L'Aifa ha pubblicato le risposte alle domande più frequenti per spiegare ai cittadini cos'è e come funziona. Ecco le principali risposte.
Le 35 domande iniziano con la spiegazione delle caratteristiche del vaccino. Comirnaty è un vaccino destinato a prevenire la Covid-19, indicato
nei soggetti di età pari o superiore a 16 anni. Contiene una molecola denominata Rna messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina presente su SARSCoV-2, il virus responsabile di Covid-19 viene somministrato
in due iniezioni, solitamente nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di almeno 21 giorni l'una dall'altra. Vengono specificati il meccanismo, la composizione, le garanzie di efficacie e sicurezza basate sulla sperimentazione,
quanto dura la protezione, quali reazioni avverse posso verificarsi e come gestirle e comunicarle.
L'ultima decina di Faq è dedicata alle procedure di vaccinazione.
In particolare, si precisa che "sarà effettuata da medici e infermieri dei servizi vaccinali pubblici, persone che da tempo praticano vaccinazioni e sono esperte nelle tecniche di vaccinazione. Inoltre, in considerazione della particolarità di
questo vaccino, gli operatori sanitari hanno ricevuto ulteriori informazioni tecniche specifiche sulla preparazione e somministrazione". "Nella fase iniziale la vaccinazione sarà riservata al personale sanitario e al personale
e agli ospiti delle residenze per anziani e le vaccinazioni saranno effettuate dal personale dei servizi vaccinali nei 286 ospedali definiti dal Piano nazionale di vaccinazione Covid-19".
L'Aifa precisa anche che la vaccinazione "è gratuita
per tutti" e alla domanda "È possibile vaccinarsi privatamente a pagamento?" la risposta è "No, i vaccini disponibili attualmente saranno utilizzati soltanto nei presidi definiti dal Piano vaccini e non saranno disponibili nelle farmacie o nel
mercato privato. È altamente sconsigliato cercare di procurarsi il vaccino per vie alternative o su internet. Questi canali non danno nessuna garanzia sulla qualità del prodotto, che potrebbe essere, oltre che inefficace, pericoloso per la salute".
Inoltre viene anche chiarito che sarà usata "una speciale siringa sterile monouso dotata di sistema di bloccaggio dell'ago (Luer Lock) per evitare distacchi accidentali; gli aghi sterili monouso sono anche dotati di
attacco di bloccaggio: le siringhe usate non vanno reincappucciate (DM 28/9/89) e saranno immediatamente depositate in appositi contenitori di smaltimento".
"Ci sarà vaccino per tutti? Il Governo italiano,
tramite le procedure europee, ha prenotato l'acquisto di oltre duecento milioni di dosi di vaccini anti COVID-19 da sei diversi produttori. Non ci sarà libera scelta su quale vaccino preferire". Inoltre, "secondo lo schema di priorità definito
nel Piano vaccini saranno vaccinate tutte le persone presenti sul territorio italiano, residenti, con o senza permesso di soggiorno" per sottoporsi alla vaccinazione bisogna presentare "un documento di identità valido e la tessera sanitaria. Può
essere utile avere con sé anche l'eventuale documentazione sanitaria che possa aiutare il medico vaccinatore a valutare lo stato fisico".
IlSole24Ore 5 Gennaio 2021
Perché vaccinarsi conviene e cosa insegnano le vecchie campagne
Per capire come potrebbe andare e costruire le migliori soluzioni di policy è utile approfondire riflessioni ed esperienze della letteratura medica e di economia comportamentale in materia di Leonardo Becchetti
L’Agenzia europea del farmaco ha dato il via alla somministrazione dei vaccini. Il successo della campagna vaccinale iniziata il 27 dicembre sarà decisivo per la ripartenza del Paese. Per capire come potrebbe andare e costruire le migliori soluzioni di policy è utile approfondire riflessioni ed esperienze della letteratura medica e di economia comportamentale in materia.
Le esperienze del passato. Una caratteristica comune negli studi passati è la constatazione dell’eterogeneità delle opinioni sul vaccino, in genere riassunte in tre categorie: quelli pronti a vaccinarsi subito, i dubbiosi e i negazionisti. Un altro risultato ben noto è il paradosso dell’impossibilità dell’immunità di gregge in presenza di preferenze "egoistiche": quando la quota di popolazione vaccinata che consente di raggiungere tale obiettivo è troppo vicina il rischio del contagio si abbassa e i benefici della vaccinazione si assottigliano.I risultati più recenti dell’economia comportamentale ci dicono però che la struttura delle nostre preferenze è più complessa.A seconda dei contesti e della nostra sensibilità possiamo passare da un approccio puramente autointeressato, a uno che tiene in conto l’interesse dei nostri cari o della comunità fino ad assumere preferenze "generative", dove riconosciamo come la soddisfazione e la ricchezza di senso della nostra vita dipende da quanto le nostre scelte incidono positivamente sulla vita altrui. Senza questa ultima e più profonda motivazione del nostro agire non si comprenderebbero ad esempio le scelte di tanti volontari nella campagna di sperimentazione del vaccino stesso.
Un modello di analistidi IlSole24Ore Con un collega di University College di Londra (Francesco Salustri), abbiamo costruito un modello di analisi per prevedere gli esiti della vaccinazione in Italia, tenendo conto di quattro caratteristiche che distinguono questa campagna da quelle del passato.
1) Probabilità di contagio e mortalità per classi di età rendono il Covid-19 profondamente diverso dalle malattie dell’infanzia per le quali vengono generalmente fatti i vaccini.
2) La sperimentazione del vaccino è stata realizzata in un orizzonte di tempo estremamente compresso e questo può dare adito a dubbi e perplessità sulla sua efficacia nella popolazione.
3) L’epoca della rete e dei social media rende molto più complessa l’interazione tra informazione e formazione delle opinioni.
4) La nostra scelta di vaccinarci o meno incide sulla probabilità di nuovi lockdown con enormi costi sociali ed economici per il Paese.
Utilizzando le percentuali delle ultime indagini campionarie realizzate nel Paese abbiamo diviso la popolazione italiana nei tre gruppi (convinti, dubbiosi, negazionisti). Applicando l’approccio puramente autointeressato e le probabilità storiche o più attendibili di rischio di contagio, di efficacia del vaccino e di eventuali rischi della vaccinazione abbiamo verificato che i due gruppi dei convinti e dei dubbiosi sceglierebbero, in sequenza, di vaccinarsi portando il Paese all’immunità di gregge (anche se la scelta di non vaccinare chi ha meno di 16 anni, il 13% della popolazione, rende più difficile l’obiettivo). Per essere più chiari, vaccinarsi è la scelta razionale perché il beneficio (il contagio evitato) è superiore al costo della remota possibilità che il vaccino crei danni alla salute. La situazione però diventerebbe meno rosea se assumessimo che i cittadini potrebbero formulare probabilità di efficacia del vaccino meno favorevoli a quelle dichiarate dalle case farmaceutiche (ad esempio per timore di mutazioni genetiche del virus che lo renderebbero inefficace) o probabilità meno favorevoli in materia di rischio che il vaccino possa produrre danni di salute (indotte dal timore che la sperimentazione è stata troppo veloce). In tal caso le quote di vaccinati scenderebbero significativamente, in particolare per i più giovani, portando la quota totale dei vaccinati al di sotto di quella dell’immunità di gregge.
Pessimismo ingiustificato di IlSole24Ore Chiariamo subito che le evidenze statistiche a nostra disposizione (almeno quelle a breve termine) rendono tale pessimismo poco giustificato. A ieri sono stati superati i 12,3 milioni di vaccinati nel mondo a fronte di soli 8 casi di allergie gravi peraltro superati. Un altro rischio è rappresentato dal paradosso della procrastinazione. Se i cittadini ragionano in orizzonti di tempo molto brevi ripetendo lo schema all’infinito (es. se vaccinarmi oggi o domani) potrebbero ritardare sempre e non vaccinarsi mai perché il rischio di contagio giornaliero è molto basso. Infine l’impatto della rete e dei social media complica ulteriormente il quadro perché nell’era della rete il flusso di informazioni è molto maggiore, le informazioni, vere o meno, di carattere estremo tendono a essere diffuse e a circolare di più senza capacità di discriminazione e filtro da parte degli utenti, aumentando nel nostro caso la percezione di rischio nelle scelte di vaccinazione nei dubbiosi. Le risposte di policyTre risposte di policy per favorire la campagna di vaccinazione possono affrontare questi nodi fondamentali. Comunicare le esperienze di chi, vaccinandosi per primo, ha recuperato libertà e si trova in buona salute può aiutare i dubbiosi a rivedere le proprie aspettative pessimistiche non giustificate dai dati statistici.Offrire opportunità di vaccinazione a intervalli definiti aiuta a evitare il rischio della procrastinazione.Focalizzare l’attenzione sugli aspetti generativi della scelta di vaccinarsi (ad esempio il beneficio che la scelta dei giovani di vaccinarsi genera per i propri parenti e tutta la comunità e la riduzione del rischio di nuovi lockdown) aiuta a spostare il focus dalle preferenze puramente autointeressate verso quelle solidaristiche e generative.I nfine, imporre l’obbligatorietà del vaccino (sebbene possibile invocando l’art. 32 della Costituzione) non è probabilmente la via preferibile per le tensioni che essa produrrebbe. Lasciare ai cittadini la libera scelta accompagnata da politiche informative che aiutano a decidere è probabilmente l’opzione migliore. Anche considerando che un numero di vaccinati vicino seppur inferiore all’immunità di gregge consentirebbe di ridurre significativamente la pressione su ospedali e terapie intensive rendendo possibile il ritorno alla normalità.di 3 4 IlSole24Ore Solo in caso di fallimento della campagna di vaccinazione volontaria potrebbero essere considerate altre opzioni, tenendo conto che tra volontarietà e obbligo esiste un vasto spettro di possibilità nelle quali istituzioni e imprese potrebbero decidere in futuro di limitare l’utilizzo di beni e servizi (ad esempio di trasporto di massa) ai non vaccinati.
In fondo chi non si vaccina e spera che gli altri lo facciano per godere poi del ritorno alla normalità è come un free rider che vuole salire su un mezzo pubblico senza pagare il biglietto.
Fare come gli altri il vaccino vorrebbe dire non sottrarsi al dovere pubblico cui altri hanno corrisposto.