Cosa è ? Perché succede ?

La stipsi è l’evacuazione rara e dolorosa di feci dure e voluminose.

- La causa più frequente della stipsi nel bambino è la sperimentazione di una evacuazione dolorosa, cui consegue la decisione di rimandare ogni volta l’evacuazione a tempo indefinito per non sentire dolore.

Il bambino impara a “sopprimere” l’impulso ad evacuare, mettendo in atto una serie di comportamenti, riconoscibili e caratteristici (es. sollevarsi sulle punte, incrociare le gambe). Le voluminose masse fecali si accumulano così nell’ultimo tratto dell’intestino (colon discendente e retto) e aumentano di volume e di consistenza, rendendo l’evacuazione molto faticosa e dolorosa e mantenendo il circolo vizioso stipsi > dolore > stipsi: la stipsi dà dolore e il dolore dà stipsi.

Quando rimangono grosse masse di feci nell’intestino retto, è possibile la perdita - senza che il bambino se ne accorga - di piccole quantità di feci liquide che “premono” a monte (il bambino avrà spesso le mutandine sporche): questo fenomeno viene chiamato “soiling” (soil in inglese significa sporcare) e scompare al superamento della stipsi.

Come si fa la diagnosi?

- con una esplorazione del retto del bambino con il dito, il pediatra rileva prima di tutto la presenza e l’entità del cosiddetto impatto fecale (masse di feci accumulate nell’ultima parte dell’intestino, dalla cui rimozione inizia la cura della stipsi); ricerca inoltre eventuali e rareanomalie anatomiche.

Cosa fare?

- Il trattamento della stipsi è prolungato e richiede di solito almeno un anno e molta pazienza

- i farmaci che il pediatra potrà prescrivere sono ben tollerati e largamente sperimentati.

Il cardine della terapia della stipsi è quello di rendere l’evacuazione non più dolorosa, ma confortevole. Per ottenere questo risultato bisogna:

• rendere le feci più morbide con la somministrazione di “rammollitori” e di fibre, e con l’assunzione di abbondanti quantità di liquidi 

• impedire che si formino masse rettali troppo voluminose: ciò si ottiene facendo evacuare il bambino ogni 2 (massimo 3) giorni

• curare, se ci sono, patologie anali che possono rendere dolorosa l’evacuazione (es. le ragadi)

• invitare il bambino ad evacuare nel bagno di casa dove ha il massimo comfort e privacy, a ore fisse della giornata (tardo pomeriggio, dopo cena) e senza fargli fretta

• educare il bambino ad assumere la posizione più adatta all’evacuazione (quella “primordiale” dell’accovacciamento): piante dei piedi ben appoggiate, ginocchia distanti. Questa postura favorisce il torchio addominale (lo “spingere”) e il rilasciamento degli sfinteri.

L’uso del vasino risponde a queste caratteristiche posturali assai meglio del WC, che costringe il bambino a una postura innaturale con le mani sulla ciambella per non cadere, le ginocchia unite e i piedi penzoloni. L’utilizzo dei riduttori in commercio applicabili ai WC non modifica sostanzialmente la postura del bambino: in questi casi è consigliabile unire al riduttore uno sgabello a ferro di cavallo, da porre ai piedi del WC, che consenta al bambino di tenere le ginocchia distanti e le piante dei piedi saldamente appoggiate sullo sgabello (che, non disponibile in commercio, può essere commissionato a un artigiano).

Quale alimentazione?

Spesso si compiono grandi sforzi per indurre il bambino a consumare alimenti ricchi di fibra.

È tuttavia importante evitare situazioni conflittuali durante il pasto, essendo già il momento dell’evacuazione causa di stress per il bambino e la famiglia.

E’ raccomandabile l’aumento del consumo di frutta e verdura da parte di tutti i componenti della famiglia, oltre a cercare di identificare l’alimento preferito dal bambino: spesso la frutta a dadini condita con zucchero e limone e servita col gelato è più apprezzata del minestrone, più volte consigliato e non amato dai bambini.

Nell’adolescenza subentrano altri fattori psico sociali condizionanti il nostro comportamento che che penalizzano l’evacuazione. Trattenersi per non andare in bagno in posti disagiati (WC pubblici anche poco puliti e/o ad elevata promiscuità), o pensare di essere giudicati quando si esce dalla classe per soddisfare i bisogni fisiologici, sono altri fattori favorenti della stipsi. Il fenomeno tende ad aggravarsi e a diradare il numero delle evacuazioni in epoca successiva. La peristalsi intestinale rallenta progressivamente preparando il terreno per la stipsi cronica dell’adulto e grave nell’anziano.

IDROCOLONTERAPIA in Pediatria (adolescenza con abitudini sbagliate)

quando i metodi esposti non danno i risultati auspicati, questa particolare metodica (lavaggio intestinale con acqua alla temperatura corporea), ripristina le funzioni fisiologiche del colon. Non è l’unica o esclusiva strategia, ma una determinante terapia, alla quale purtroppo ci si avvicina spesso solo come “estrema ratio”, dopo consulenze ripetitive, accertamenti strumentali e protocolli terapeutici classici, validi per escludere patologie organiche severe e orientare verso problemi funzionali, ma spesso inefficaci. Alimentazione corretta, correzione della nutrizione (con dieta, nutraceutici) e della disbiosi intestinale, stili di vita, attività fisica sono fondamentali per mantenere il risultato ottenuto. La metodica è applicabile anche in pediatria con sonde specifiche. Il trattamento, previa visita specialistica, dura 30 - 40 minuti e può essere ripetuto. Il lavaggio del grosso intestino, rimuovendone le feci, ossigenando le mucose, stimolando la peristalsi e la circolazione entero-epatica, rimuovendo i gas prodotti dalla flora disbiotica, porta un notevole beneficio per l’intero organismo. Non c’è paziente sottoposto ad idrocolon che al termine della seduta non si dica ampiamente soddisfatto. E’ salutare non solo per la stipsi ma anche per altre problematiche, per cui molti adulti si sottopongono per depurarsi e disintossicarsi, non pensando che la pulizia dell’intestino (come l’igiene dentale che utilizziamo per salvaguardare la prima barriera per l’intestino in cui passano gli stessi cibi e sostanze), è indispensabile dalle età più precoci. Nei bambini che lamentano stipsi, asma, inappetenza, appendicopatia cronica, mal di testa, acne, disattenzione a scuola, potrebbe essere un ottimo rimedio. Poi quando il bambino grandicello e la famiglia hanno familiarizzato con lo specialista e il trattamento, questo può essere abbinato a mini insufflazioni rettali di Ossigeno ozonoterapia, favorente il miglioramento di complesse patologie. La funzione e la disfunzione intestinale sono causa e concausa di complessi problemi sottovalutati e misconosciuti, trattati con semplificati approcci nel corso della vita, incuranti delle conseguenze sull’apparato gastro enterico e sulle funzioni assorbitive dei nutrienti più importanti che sostengono le nostre funzioni vitali.