Il dolore ci spaventa e spesso ci porta un’inabilità temporanea. La preoccupazione, aumenta col passare del tempo perché a volte la frustrazione prende il sopravvento
sul razionale. Il dolore non è sempre negativo, ma qualcosa che permette di regolare e di preservare le strutture del corpo, evitando di creare ulteriori o eventuali danni alla struttura interessata. Non è semplicemente una sensazione
legata al sistema nervoso periferico, ma all’interno della sensazione dolorosa ci siano altri comportamenti (emotivi, culturali, esperenziale).
Il dolore presenta diversi componenti che vanno al di là del semplice trauma.
Percezione
del dolore
La percezione dolorifica può essere divisa in 3 componenti:
- Oggettiva: componente
sensitivo-discriminativa che permette al nostro cervello di caratterizzare le caratteristiche base del dolore (sede, qualità, intensità);
- Affettivo emozionale: tutta
quella componente che permette all’individuo di reagire allo stimolo, sia fisicamente che attraverso il sistema nervoso vegetativo. Per esempio una persona in coma se riceve uno stimolo doloroso aumenta la sua frequenza cardiaca, aumenta la pressione
arteriosa;
- Capacità di valutare il dolore: componente più elevata dal punto di vista corticale. Diverso è la manifestazione di dolore di un africano rispetto ad un italiano.
Essa si fonda sulle diversità sociali.
Il tempo, la durata lo distinguono in 2 tipi:
- Acuto (nocicettivo, fisiologico);
- Cronico (appartiene
al dolore neuropatico, meno fisiologico. Può essere anche non neuropatico, come nei pazienti oncologici. Non definito, sordo. Si definisce cronico un dolore che permane per almeno 6 mesi).
Ricapitolando è possibile classificarlo in:
- Transitorio (attivazione dei corpuscoli responsabili
della trasmissione degli stimoli dolorosi, senza danno tissutale. Scompare con cessazione dello stimolo);
- Acuto (di breve durata, fisiologica attivazione dei nocicettori, il dolore scompare
solo con la riparazione del danno);
- Recidivo (tipo cefalee, o dolori addominali tipo quello causato dal ciclo);
- Persistente (dolore
che dura nel tempo a casa di un attivazione costate di nocicettori);
- Cronico (dolore associato a profonde modificazione della personalità e da adattamenti indipendenti)
LOCALE
Determinato da processo patologico che colpisce o irrita le
terminazioni sensitive. Spesso si verifica l’immobilizzazione riflessa dei segmenti vertebrali da parte dei muscoli paravertebrali e può causare deformità o anomalie posturali transitorie o permanenti.
RIFERITO
Abbiamo 2 tipi: quello proiettato dal rachide alla regioni situate entro i dermatomeri
lombari e sacrali superiori e quello che proietta dai visceri pelvici e addominali al rachide. Il dolore dovuto a patologie che interessano la parte superiore lombare si ha nella
faccia anteriore della gamba e della coscia (cruralgia), mentre il dolore che interessa la parte inferiore lombare e sacrale è riferito ai glutei, faccia posteriore della gamba, polpacci e talora i piedi (sciatalgia). Il dolore viscerale può essere alimentato non dalla posizione supina
ma dall’attività stessa del viscere interessato.
E’ un dolore che viene localizzato in una zona ma che ha un origine diversa, tanto che non ci sono esami strumenti
per identificarlo nella sede riferita.
Radicolare ( sciatalgia, bachialgia )
Possiede alcune delle caratteristiche del dolore riferito ma differisce per la maggiore intensità, l’irradiazione distale Il meccanismo è presso rappresentato da distorsione,
dallo stiramento, dell’irritazione e compressione della radice spinale. Quasi sempre il dolore si irradia dal rachide ad alcune parti delle zone limitrofe, spesso esacerbato dalla tosse, sforzo, soffiarsi il naso. Tutti i movimenti che stirano il nervo
possono anche aggravare il dolore locale. All’esame obiettivo se vi è interessamento delle fibre motorie delle radici anteriori con perdita di forze, e si ha anche perdita dei riflessi (urgenza diagnostica
Muscolare
E’ generalmente associato a dolore locale post traumatico o da movimento brusco quanto
inatteso. La contrattura può essere riscontrata in numerose patologie del rachide che determina alterazioni della postura rilevabile con una posizione antalgica del corpo.
Oltre
a localizzare il dolore bisogna individuare i fattori che lo aggravano o lo alleviano, il suo andamento, ed i rapporti con la posizione supina.
Fasciale
Le fasce sono tessuti fibrosi che fanno parte di un più ampio sistema di forze tensionali.
La rete fasciale Include i setti, rivestimenti muscolari, le capsule reticolari, capsule degli organi, tendini e legamenti, strato intramuscolare, dura madre, periostio, perinervio, tessuto capsulare fibroso dei dischi intervertebrali, le capsule degli
organi e mesentere addominale. Il mesentere addominale è una specie di tendina che tiene ancorato l’intestino alla parete posteriore dell’addome, Le problematiche gastroenteriche hanno quindi un influsso negativo sulla componente del dolore
dorso lombare. Partire da un approccio farmacologico, fisio-massoterapico e/o antalgico-anestesiologico per un dolore lombare, in questi casi, è fuorviante.
La conoscenza
delle molteplici proprietà della fascia (ubiquitaria, meccanica e metabolica), offre spiegazioni di come il carico meccanico possa influenzare i tessuti su cui essi lavorano quotidianamente.
La Matrice Extracellulare (ECM) è il microambiente fisico in cui le cellule esprimono la loro funzione. Lo spazio attorno e tra le cellule comprende un’intricata maglia elastica organizzata di proteine secrete localmente,
molecole di polisaccaridi, così come acqua ionizzata e glicosoaminoglicani.
E’ influenzata da: sovraccarico, misuso, disuso e abuso. Pazienti con lombalgia cronica hanno
mostrato un aumentato spessore della fascia e un significativa riduzione del potenziale di scorrimento tra gli strati della fascia toraco lombare . Quindi carichi anomali, dieta sbagliata, i tossici, non ultimo lo stress, sono presupposti su cui intervenire
per ripristinarne le funzioni, compatibilmente con il grado di compromissione anche legato all’età o durata del problema.
Distinzione in base alla localizzazione
In base alla sede del dolore si distinguono:
Somatico,
quindi localizzabile. E’ determinato da stimolazione di radici nervose libere cutanee. Risponde bene agli
analgesici. Esso può essere:
- Acuto;
- Sordo;
- Diffuso;
- Puntiforme;
- Generalmente abbastanza localizzabile;
- Il movimento della struttura interessata esacerba il dolore;
- Migliora con il riposo;
- Il dolore aumenta la sera;
- Ha dei posizionamenti antalgici, perchè caricando meno su quella struttura ho un sollievo;
- La vascolarizzazione diminuisce il dolore, il sangue pulisce l’infiammazione; questo indirizza sulla possibile terapia.
Viscerale
tipicamente dolore poco localizzabile, il dolore è localizzato con la mano aperta sulla zona. Spesso
associato a risposta del sistema nervoso vegetativo, come aumento della pressione arteriosa, frequenza cardiaca…. Esso deriva dalle fibre afferenti del sistema nervoso autonomo provenienti dai visceri e dal peritoneo viscerale. La regolazione viscerale
di un segnale dolorifico in una fibra C è abbastanza viziosa. Un segnale di riflesso torna immediatamente agli organi vicino alla fonte (direzione antidromica), che possono essere ghiandole, muscoli vasali, visceri liberando polipeptidi Esso può
essere:
- Sordo;
- Non chiaramente localizzabile;
- Potrebbe portare ad una diversa funzionalità
dell’organo;
- Non si riesce a trovare di solito una posizione antalgica pura;
- Il movimento fa bene;
- Di notte il
dolore aumenta perchè non si ha movimento, anche perchè si è in parasimpaticotonia, i visceri in questa situazione lavorano maggiormente.
Neuropatico
diverso dai dolori precedenti e può essere rappresentato da bruciare,
pungiglioni…). Lo stimolo evidente è assente, esso assume delle caratteristiche diverse da quello somatico. Può persistere malgrado la terapia antalgica e spesso persiste. Questo tipo di dolore può portare delle alterazioni positive
e negative. Positive (parestesia – disestesia – iperalgesia – allodinia…). Esso può essere:
- Urente;
- Irradiato;
- Sensazioni alterate;
- Può presentare variazioni: ha modo di essere aumentato e di essere diminuito;
- Fastidio al movimento, peggiora con il movimento;
- Se è in carico il dolore aumenta, viceversa se è in scarico il dolore diminuisce.
- E’
sempre misto